Il Teatro Ridotto di Napoli ospita dal 6 al 12 maggio 2013 “Demoni, maschere e santi” un progetto a cura di Michele Monetta e Lina Salvatore per la produzione ICRA Project.
Dal 6 all’8 maggio il progetto prevede lo stage “Mimo e Maschera” a cura di Michele Monetta e Lina Salvatore su pedagogie di Lecoq e Feldenkrais. Il 6 e il 7 maggio ci sarà anche un seminario a cura di Eldo Bellingeri dell’Università di Tor Vergata di Roma dal titolo “Don Giovanni, gli inferi e la maschera”.
La rassegna termina dal 10 al 12 maggio con “Processo a Sant’Uliva” drammaturgia e messinscena di Michele Monetta e Lina Salvatore, questi ultimi anche interpreti, in compagnia di Massimiliano Rossi.
Sant’Uliva ha radici nel medioevo e tesse momenti di forte idealità con l’estrema crudeltà. Ѐ l’opera che coniuga felicemente il nostro interesse per la vasta tradizione drammaturgia europea con le ricerche del ‘900, visto che uno dei nostri maestri di riferimento, il regista Jacques Copeau, mise in scena Uliva nel 1933 per il Maggio Musicale Fiorentino. Il testo comparve in stampa nel 1568 e a questa edizione seguirono numerose altre tra la fine del ‘500 e parte del ‘600. Volendo orientare la produzione verso un’estetica novecentesca, la riduzione e la messinscena guarderanno, nelle linee generali, al concetto dell’attore santo di Grotowski e soprattutto al Teatro della Crudeltà di Artaud. L’idea principale è quella di intrecciare il colto e il popolare pensando alle feste sacre dove, spesso, l’elemento pagano si inserisce esaltandone il rito come scansione del tempo e della vita. L’essenziale messinscena è basata su musica dal vivo, creando in sostanza un’opera musicale con strumenti antichi e cercando di giocare tra azione e narrazione, alternando il momento drammatico con quello epico.
I musicisti impegnati nello spettacolo sono Biagio Terracciano alla spinetta, Maurizio Lo Schiavo al flauto e Michela Coppola alla viola. La rappresentazione è basata su musica dal vivo, creando in sostanza un’opera musicale con strumenti antichi e cercando di giocare tra azione e narrazione, alternando il momento drammatico con quello epico.